Dieta Scarsdale: i pro e i contro


La dieta Scarsdale è una delle più note e seguite al mondo, creata negli anni ’70 dal medico americano dott. Tarnower. Questo regime alimentare promette di perdere fino a 500gr al giorno a patto di seguire pedissequamente un rigido menù articolato tra cibi tabù e cibi consentiti.

I punti di forza di questa dieta sono:
  • L’estrema velocità dei risultati ottenuti;
  • Facilità nel seguire il regime alimentare;
  • Grande scelta di cibi variegati;
Le principali difficoltà stanno sicuramente nel rientrare all’interno del bassissimo apporto calorico previsto da questo regime alimentare, che oscilla tra le 800 e le 1000 calorie giornaliere, da assumere ripartire in 3 pasti durante la giornata. Non sono previsti spuntini intermedi e solamente in caso di cocenti attacchi di fame è possibile sgranocchiare qualche verdura.
Una particolare attenzione deve essere riservata anche alle modalità di condimento dei piatti dove sono assolutamente vietati i condimenti grassi come olio, burro, maionese o sale. Optare invece per spezie, limone e aceto. Estremamente importante non assumere zucchero sia direttamente che tramite alimenti edulcorati e idratarsi con minimo due litri d’acqua al giorno.
Il trattamento prevede due macro fasi:  dimagrimento e mantenimento; che, in ogni caso, non devono superare complessivamente le 4 settimane.

Per quanto riguarda l’attività fisica, è raccomandabile effettuare esercizi finalizzati al mantenimento del tono muscolare ma evitare attività aerobiche particolarmente dispendiose in termini energetici, per non incorrere in situazioni di repentini abbassamenti dell’indice glicemico.

La dieta Scarsdale presenta indubbiamente anche dei lati oscuri che potrebbero incidere negativamente sul complessivo giudizio di fattibilità nutrizionale di questo regime alimentare.
Infatti ad un occhio esperto non sfuggirà che, almeno in un primo momento, gran parte del dimagrimento può essere ascritto a fattori congeniti al radicale cambiamento alimentare ma non ad una reale diminuzione di massa grassa.
Alcuni di questi fattori transitori possono essere individuati nell’iniziale perdita di liquidi, nell’impoverimento delle scorte di glucidi e dalla parziale riduzione della massa muscolare.
Alla luce di ciò assume un’estrema rilevanza la seconda fase di mantenimento, dove, come suggerisce il termine stesso, l’obbiettivo principale diventerà quello di abituare il proprio organismo all’avvenuto cambiamento in modo tale da evitare di recuperare tutti i chili persi appena terminata la dieta.

In conclusione, ci teniamo a ricordare che prima di accingersi ad intraprendere la dieta Scarsdale, come del resto qualsiasi altro tipo di significativa variazione del proprio regime alimentare, è altamente raccomandabile consultare il proprio medico di fiducia.
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